Franco Buccino - anno scolastico 2010-2011
Franco Buccino - 24-08-2011
Ho incontrato in ascensore un mio vecchio conoscente, è un quarantenne precario della scuola da oltre dieci anni, che mi ha detto: "Nella mia graduatoria di 900 persone, al posto 300 stavo, al posto 300 sto. Per il terzo anno di seguito non avrò la nomina del provveditore. E avevano detto che passavamo di ruolo". Dopo la pubblicazione della tabella di ripartizione dei posti per provincia, il clamore mediatico sulle 67.000 immissioni in ruolo si è attutito e l'enfasi per il grande risultato è cessata. I grandi numeri a livello locale sono divenuti piccoli, anzi piccolissimi. In ogni caso non c'è confronto tra i 1500 docenti e i 1700 Ata che saranno stabilizzati nella provincia di Napoli e gli oltre diecimila posti tagliati solo nell'ultimo triennio. E l'aumento del personale in esubero, una conseguenza dell'applicazione della cosiddetta riforma Gelmini, non fa illudere in merito ai posti promessi per i futuro.
Mentre la nave dei precari affonda, colpita mortalmente dalla politica del governo, è in atto uno scontro senza tregua...
Franco Buccino - 13-06-2011
Ventimila ragazzi delle superiori erano a rischio bocciatura a causa delle assenze. Anche a Napoli un bel po'. Con l'inettitudine di sempre, il Ministero ha rimandato alle scuole autonome la decisione di applicare o no le proprie direttive. A marzo aveva scritto che con cinquanta assenze, un quarto dei canonici duecento giorni minimi di lezione, si era bocciati. Ora sono le scuole a stabilirlo. Per esempio, decidendo esse se le occupazioni sono giorni di assenza o di presenza. Sembrerebbe che l'orientamento dei consigli dei docenti sia di bocciare con misura per le assenze, e di lanciare un messaggio del tipo: quest'anno vi perdoniamo, ma l'anno prossimo pensateci bene. Sostiene il Ministro Gelmini che come al solito non abbiamo capito niente. "Vogliamo solo invogliare i giovani alla partecipazione" ripete. Questo sarebbe il senso del provvedimento.
Franco Buccino - 15-03-2011
La verità è che per la scuola non è un bel momento. Il presidente del consiglio ha preso di mira la scuola pubblica. Dopo tagli indiscriminati e pseudo riforme di copertura, da lui l'accusa infamante di traviare i giovani e la proposta indecente del "bonus" alle famiglie per iscrivere i figli alle scuole private. Per fortuna nel nostro paese sulle questioni della scuola cadono i governi. Ma la battaglia politica sulla scuola pubblica che è stata ripresa con rinnovato ardore non deve, paradossalmente, distrarre e far dimenticare che i precari ormai non reggerebbero una nuova ondata di tagli. Urge per loro una soluzione ad horas: tocca a questo parlamento, a questo governo, a questa opposizione affrontare il problema. Perché il gioco delle tre carte può avere risvolti drammatici.
Franco Buccino - 02-11-2010
Parallelo all'avvio dell'anno scolastico parte anche il percorso dell'educazione degli adulti (Eda). Percorso attuato dai centri territoriali Eda presso alcune scuole pubbliche e da associazioni di volontariato e promozione sociale, università popolari e della terza età. E sono sempre più proprio gli anziani i destinatari di tali iniziative.
I centri territoriali, che poi significa l'istruzione pubblica, vivono la stessa crisi delle scuole: tagli di organici e di risorse finanziarie. Non va meglio alle associazioni che si interessano di formazione degli adulti, perché da una parte sono vittime del drastico ridimensionamento delle spese per lo stato sociale, dall'altra sono oggetto di un diffuso pregiudizio culturale di tanti secondo i quali spendere per istruire adulti e anziani è inutile, al più un lusso che non possiamo permetterci soprattutto in tempo di crisi. Magari sono gli stessi benpensanti che si scandalizzano del fatto che per la gente le case dei grandi fratelli siano più importanti delle discariche di Terzigno.